giovedì 4 luglio 2013

Casta dei giudici e controllo sulla società

La casta dei giudici è una delle più vecchie del Paese e riesce ancora ad ammantarsi di una certa onorabilità, nonostante abbiano tra le mani gli strumenti per cambiare la società o, comunque, per orientarla dove gli fa piacere. 
Tanta onorabilità gli verrebbe dalla pretesa di essere un potere svincolato dagli altri, quindi non soggetto ai capricci della politica. In realtà non è affatto così.

Tutto iniziò, come sempre e come ho già spiegato, quando il potere politico iniziò pesantemente a dirigere la società e a dettare ciò che è giusto e ciò che è ingiusto, a prescindere da ciò che dice la legge stessa: il periodo fascista. 

Quello fascista era un cosiddetto "Stato giuridico", uno Stato cioè non fondato sulla sovranità della legge, ma fondato su certi valori e su una certa interpretazione della legge. 
Un esempio classico è la legge sulla proprietà privata. Le conquiste borghesi dell'ottocento comprendevano anche una concezione di proprietà intesa come possesso pieno ed assoluto del bene. Ciò significa che nessuno può dirvi cosa fare della vostra casa o del vostro computer, neanche accampando la più giusta delle  motivazioni: se voi avete voglia di comprare un computer e spaccarlo a martellate, avete tutto il diritto di farlo; se avete voglia di comprare un terreno e vedervi crescere rovi e spine, avete ugualmente il diritto di farlo. 
Poi arriva il PNF, il partito nazionale fascista, e dice che sì, la proprietà privata è piena ed assoluta, ma deve anche assolvere alla sua funzione sociale. Quindi il vostro terreno resta vostro finché lo sfruttate per produrre, altrimenti perdete il diritto di averlo. 
La legge sulla proprietà privata non fu modificata appositamente per raggiungere questa concezione socialista della proprietà. Al regime fascista bastò dettare le linee guida alla magistratura, dopodiché il gioco era fatto: ogni volta che qualcuno rivendicava diritti su una proprietà privata improduttiva, si vedeva riconosciuti i suoi diritti e la proprietà privata veniva strappata al proprietario che non la stava sfruttando. 
Bastò farlo qualche volta e, pur di non perdere la proprietà, tutti dovettero adeguarsi alla nuova interpretazione della legge sulla proprietà: è tua, ma solo finché la usi come piace a me.
Era ovviamente lo Stato a decidere il modo migliore di usare una proprietà privata. 

Questo non significa che tutti i giudici fossero fascisti, così come è impossibile, oggi, trovare tutti giudici allineati con l'ideologia di Stato del momento. 
All'epoca bastò che il fascismo riuscisse a mettere i suoi uomini nella Corte Suprema di Cassazione (la legge che la istituisce è tutt'ora quella del 1923, tanto per la cronaca). La Corte di Cassazione è l'organo giudiziario che si occupa di vigilare sull'esatta interpretazione della legge e garantire l'uniformità del diritto. 
Qualunque sentenza, quindi, fosse stata emessa al di fuori dei canoni dettati dal  PNF, sarebbe stata cancellata dalla Cassazione perché basata su una errata interpretazione della legge. Controllando i vertici, il PNF aveva messo sotto scacco l'intera magistratura e l'intero Paese. 
Nulla poteva temere da quei giudici non allineati, perché di loro si occupava il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), l'organo preposto alla gestione della carriera dei magistrati. Il CSM aveva canoni di valutazione molto laschi, che lasciano ampio spazio alle valutazioni soggettive dei singoli consiglieri. Accadeva così che non fosse solo importante essere bravi giudici, ma era altrettanto importante, per la promozione, vivere in un certo modo, persino mostrarsi in un certo modo. Esistono casi documentati di bravi giudici che non potevano essere promossi perché abitavano in quartieri ritenuti poco prestigiosi, o perché avevano un tale vizio non ben visto dalla società (dal PNF) dell'epoca, o persino perché avevano una moglie poco fedele che non faceva nulla per nascondere la sua infedeltà.
I valori diventavano quindi una moneta per ottenere un avanzamento o persino una semplice onorificenza. Erano parte integrante delle istituzioni e, in quanto tali, si dividevano in valori giusti e in valori ingiusti. 
Nessuno osava pensare che una simile gestione della magistratura, ma anche delle altre istituzioni, fosse errata. La società, la maggior parte almeno, era allineata con questa visione socialista e sosteneva un certo tipo di valori che erano (e sono) ben radicati grazie all'azione della Chiesa Cattolica. Valori come la famiglia, la donna-madre-moglie-chenonlavora, la sobrietà nei costumi, l'eleganza, l'assistenzialismo, la dinamicità, l'esaltazione dei giovani, la nazione, la conservazione delle tradizioni, erano considerati alla stregua di una costituzione non scritta, ed il giudice non era soltanto un interprete della legge ma un vero e proprio pater societatis, un modello da seguire, un po' come il prete cattolico deve vivere secondo certi valori per professarli. 
Un tipo eccentrico e strano nel vestire come Oscar Giannino non sarebbe mai diventato neanche giornalista. Oggi è riuscito a diventare almeno quello, ma continua a essere poco credibile agli occhi dei più solo perché veste in modo strano. 

Ora avanziamo con gli anni ed arriviamo ai giorni nostri. 
La magistratura è identica nella struttura, a parte piccole modifiche di poca importanza. 
Le leggi fondamentali sono ugualmente le stesse. Il codice penale riporta il nome del Ministro della Giustizia Rocco, fascista, perché curato da lui; il codice civile è del 1943, l'ultimo dono del PNF prima di sparire (formalmente) dalle scene. 
Entrambi i codici contengono più clausole con le quali il giudice può giocare a piacimento, in base alla sua personale visione del mondo. Clausole come il buon costume o i motivi futili possono fare la differenza in molti processi. La prostituzione stessa è illegale non perché esista una legge che dica che è vietato quel lavoro, ma perché i contratti aventi un oggetto contrario al buon costume sono nulli, e qualcuno (i giudici) ha deciso che l'oggetto "prestazione sessuale" è contrario al buon costume. 
Questo si ripercuote anche sui contratti cosiddetti di "affitto dell'utero", che all'estero sono approvati e regolamentati mentre da noi sono ancora ritenuti contrari al buon costume. 
Allo stesso modo, i futili motivi possono aggravare un omicidio a seconda di come il giudice voglia punire il reo. Se insulto vostra madre e voi mi ammazzate, è un futile motivo? E se dico che Spielberg è un pessimo regista o che l'iPhone fa schifo? 
Esistono anche innumerevoli fattispecie di reati che sta al giudice decidere se applicare o meno. Non sto qui a parlarne perché non è questo il punto del discorso. 
Il punto è che attraverso l'attività dei giudici, lo Stato controlla ancora la società e decide ancora quali valori siano giusti e quali invece no. 

Lasciamo stare la Chiesa Cattolica, che è da sempre complice in questo schifo.
Non potendo bastonare i vertici della magistratura, né "metterli a riposo" come amava fare il PNF mandando in pensione anticipata i membri poco graditi, lo  Stato fa in modo che i giudici, più o meno consapevolmente, abbiano una certa visione della società, operando attraverso due strumenti: associazioni e stipendi. 

Lo stipendio di inizio carriera di un giudice è di circa 37.000 euro. Gli avanzamenti di carriera sono quasi automatici, così che dopo 27 anni circa il giudice ha raggiunto il vertice e percepisce circa 122.000 euro di stipendio annuo. Per tutta la sua carriera, quindi, il giudice vive da ricco e si distanzia dagli strati bassi della società e dalle realtà della maggior parte della popolazione. Considerando che gli scatti di carriera sono automatici, dopo qualche anno il giudice starà prendendo già ben più di 37.000 euro e, crisi o no, non potrà mai capire il modo di vivere del cittadino medio. Se dunque per un giudice 100 euro sono un futile motivo per uccidere, per un barbone non lo sono. 
Attraverso lo stipendio alto, perciò, lo Stato si assicura che il giudice inizi a vivere in un certo modo. 

L'ambiente, all'interno della casta dei giudici, è il classico di ogni casta e vige una sola regola: vivi e lascia vivere. Ognuno ha diritto a un certo numero di giorni prima di rilasciare la sentenza, e li sfrutta fino all'ultimo; ognuno ha diritto a un certo numero di giorni di vacanza, e li sfrutta fino all'ultimo; ognuno ha diritto anche a risarcimenti in caso di spese impreviste nell'esercizio delle sue funzioni, e ovviamente le ottiene sempre. Così come avviene per i parlamentari, anche i giudici hanno i loro club esclusivi di golf, yatching, salotti altolocati e roba del genere. Attraverso questi club, si mantiene viva una certa tradizione e la si inculca ai nuovi arrivati, facendoli sentire parte di una cerchia ristretta di privilegiati. 
Non ci crederete, ma funziona, ed è una strategia di marketing utilizzata da chi vende beni di lusso prodotti in serie limitate e persino dalla Apple, che produce pezzi per un limitato periodo di tempo e poi smette. 

I valori di cui parliamo, comunque, sono pressoché gli stessi già citati per il fascismo: culto dello Stato, famiglia intesa come uomo-donna (con donna-madre-moglie-chenonlavora), ed altre amenità di cui non importa nulla a nessuno ma che fanno tanto piacere alla Chiesa. 

Non serve più quindi controllare in modo diretto i vertici del CSM o della Cassazione. Ora si agisce in modo più sottile, ma il risultato è pressoché lo stesso ed è il controllo sulla morale della società che lo Stato ottiene attraverso la magistratura. 
Se un uomo come Berlusconi non può vivere come ha sempre fatto, tra festini esclusivi e burlesque, non è certo perché tutto ciò sia illegale: è solo perché la società è stata portata a vedere questo stile di vita come inadeguato a un politico e la magistratura si sta bellamente facendo pubblicità nel colpirlo, mostrandosi agli occhi del grande pubblico come un censore dei costumi corrotti di questi politici. 

In realtà non dovrebbe fregarvi niente di cosa fa Berlusconi a casa sua, proprio perché non dovete sposarvelo voi. Il problema non è e non è mai stato questo. Il problema è quello che lui e compagni fanno in Parlamento, a prescindere di quanto sobri possano sembrarci  nel vivere. 

Poi, se volete di nuovo al governo i vecchi membri del PNF tutti divisa, mostrine e famiglia, non avete che da chiederlo: sono lì in attesa da sempre e vi piaceranno un sacco perché sono bigotti, come la maggior parte di voi purtroppo. 

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