giovedì 25 luglio 2013

L'Itaglia dei valori

Non si fa che parlare di giovani che sono il futuro dell'Italia, di dinamismo, di umiltà, di sobrietà e di diritti umani. Si professano valori uno dietro l'altro, se ne inventano di nuovi, uno per ogni politico primadonna, così che ognuno di loro possa apparire unico agli occhi dei suoi elettori. E questi valori diventano una veste sul corpo di chi li professa e se ne fa esempio, tanto che la persona è spesso associata a quel determinato valore. 
Mi viene in mente la Bonino, che è quella tutta diritti umani ed Europa, senza aver mai concluso niente di concreto e, anzi, avendo dato prova di non conoscerli affatto col recente caso della consegna al boia di una madre e di una bambina. 
Mi viene in mente l'attuale Presidente Letta, che è il Presidente tutto famiglia e umiltà, quello che è arrivato con la sua utilitaria il primo giorno a palazzo. 
Mi viene in mente Mario Monti, che è il sobrio, l'austero, quello delle medicine amare che poi si sono rivelate enormi supposte fatte d'argilla, quello del risparmio che poi ha aumentato il debito pubblico di 70 miliardi in un anno.
Ne vengono in mente tanti, eppure di nessuno riusciamo a ricordare un risultato concreto, incisivo e duraturo ma soprattutto benefico.
La verità è che questa storia dei valori è soltanto una veste, appunto. E' un qualcosa per giustificare il fatto che un tale incompetente ricopra una tale carica istituzionale, e tanto basta a legittimarlo al suo posto. La Bonino è quella dei diritti umani, l'abbiamo (l'hanno) messa al Ministero degli Esteri, e il risultato è che uno squadrone di poliziotti è andato a prelevare una madre ed una figlia da casa, li ha caricati su un jet e li ha spediti in uno dei Paesi più disastrati e pericolosi del mondo. Se in Italia avessimo avuto riguardo per i diritti umani, tutto ciò non sarebbe mai successo. 
Abbiamo scatenato una rissa su scala nazionale quando abbiamo saputo dei due marò (che sono ancora in India, per la cronaca), ne abbiamo dette di tutti i colori agli indiani e abbiamo temuto chissà quali inumani trattamenti per i nostri soldati, eppure siamo stati i primi a voler spedire una madre ed una figlia in Kazakistan solo perché lei aveva un passaporto falso. Che velocità. Mi viene in mente un nero che aveva sulla testa tre ordini di espulsione ma girava indisturbato per la città, stile GTA, e ammazzava gente con un piccone. 

La verità, lo ripeto, è che quando si inizia a parlare di valori è perché mancano i fatti
Perché mai ci sarebbe questa improvvisa esplosione di giovanilismo in politica, se non per coprire politiche del tutto inadeguate in merito ed una casta sempre più attempata? 
I valori sono moneta, sono spendibili.
Io posso definirmi liberale e far colpo su una ragazza (e mi è successo), eppure in vita mia non ho mai fatto nulla di liberale, non avendo io un'azienda né essendo un politico che può attuare le sue idee tramite legislazione o quantomeno tramite un discorso. Allora, in cosa sono liberale, io? Nelle idee, nella testa, in ciò che mi piace e in ciò che non mi piace. Storco il naso quando sento parlare di controlli del fisco, perché aborrisco l'idea dello Stato che venga a violare i miei diritti di privacy e di proprietà, eppure da cittadino che si è appena definito liberale, cosa posso fare di più? Niente. Nessun fatto, solo un'idea, solo un valore che, come suggerisce il nome, è spendibile ove più, ove meno, a seconda di quanto lo valutano gli altri. 
Il giovanilismo avrebbe forse fatto storcere il naso tra i politici romani, tutti anzianità e saggezza, ma fa drizzare le orecchie ai nostri politici, tutti anziani ma consapevoli che nella società quel valore è valutato bene, e quindi è ben spendibile. 
O, tornando su di me, se mi dicessi liberale davanti ad una ragazza socialista, avrei certamente mancato la buca. Eppure, nei miei atti, ancora una volta, non troverebbe niente che possa dispiacerle, poiché non ho fatto niente di liberale. Tutto dipende da chi c'è di fronte e da quanto lui o lei da valore a tutte le etichette che ci portiamo addosso. 

Nonostante tutto sento ancora molti che mi parlano della mancanza di valori in Italia come causa dell'attuale crisi politica. Non c'è alcuna mancanza di valori, direi che c'è un'inflazione di valori. Ne hanno creati così tanti surrogati, sottospecie e derivati, che ce n'è uno per ogni ministro e ogni parlamentare, eppure ristagniamo nel più totale immobilismo. Di innovazione non c'è neanche l'ombra, ma scommetto che c'è certamente qualcuno che si è vestito di questo valore e lo sbandiera fieramente. 
Se facciamo politica sui valori, siamo davvero a corto di persone capaci di fare e di distinguersi non per la veste, ma per la sostanza, anche se imperfetta, anche se incompleta, ma sempre sostanza. La Bonino è la radicale, quelli delle petizioni popolari, dell'internazionalismo, del politically correct, degli scioperi della fame, dei diritti fondamentali, del liberal-socialismo (che è come dire vegan-carnivorismo) eppure il suo comportamento è quello di un ministro hitleriano. Il ministro hitleriano, però, avrebbe espulso quella madre e quella figlia senza alcuna pretesa di essere una persona migliore, sarebbe stato coerente con la sua sostanza. La Bonino no, lei si veste di bei valori, ma la sostanza manca. 
E vale per tutti quanti i politici. 

Mi dicono anche che prima c'erano i veri valori, che i politici ci credevano davvero, e mi citano quegli ex partigiani che erano bravi soltanto a fare le vittime e si atteggiavano a poveri cristi venuti dalla guerra e messi a capo di uno Stato contro la loro volontà. Poveracci. Eppure anche in quel caso era solo questione di veste: quel vittimismo che ostentavano non era altro che un modo per comunicare alla gente che anche loro avevano vissuto la guerra, e male anche, e che quindi erano tutti sulla stessa barca. Era una sorta di cameratismo, se vogliamo, esattamente come oggi il caro Enrico Letta vuole mostrarsi un uomo tutto famiglia e lavoro per spacciarsi per uno di noi. Eppure non fanno parte del popolo, sono persone ricchissime e inserite in una casta sociale dove tutto funziona diversamente. Dei valori gli importa solo fino a quando potranno usarli come moneta per comprare voti, laddove la spesa pubblica non riesce a sedurre abbastanza. 

Mi dicono che prima o poi i valori torneranno a guidare l'azione politica, basta solo cambiare l'attuale casta. Davvero? Eppure tutti i giorni si spendono valori morali come se fossero moneta per ottenere ogni genere di favori o beni. Quante volte avete  visto amici fingere di avere a cuore i diritti degli animali (per dirne una) per fare colpo su una ragazza o addirittura sui genitori di lei? E' classico, soprattutto ai primi incontri, dove si può spendere qualsiasi tipo di valore perché non c'è modo per l'altra persona di conoscere la sostanza. 
Quindi no, non tornerà proprio niente, innanzitutto perché i valori non ci sono mai stati davvero, e poi perché tutti cresciamo spendendo valori come fossero moneta corrente, siamo già abituati male, siamo già convinti che basta etichettarci per essere, ma se scrivo "pasta" su una confezione di caramelle, quelle caramelle non diventeranno mai pasta. 

Ora andate in giro a dire che la Boldrini è quella della solidarietà e del politically correct, io di lei ricorderò la falsità quando andò a incontrare quei coniugi morti suicidi per povertà e disse che non immaginava che in Italia ci fosse tanta povertà da spingere le persone a togliersi la vita. Bella uscita, davvero, finora aveva vissuto con Alice nell'altro paese. Mi faccia il piacere. 
Io non immaginavo che avessimo tante teste di cazzo nelle istituzioni, mi rendo conto che ogni giorno che passa potrei allungare la lista, ma sono stanco di scrivere ogni giorno, mi conviene scriverli tutti e cancellare mano a mano chi mi dimostrerà di non esserlo. Proprio come stanno facendo loro con noi, invertendo la presunzione di innocenza con una più pratica presunzione di colpevolezza. 

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