mercoledì 21 agosto 2013

Le amare ragioni della fedeltà a Berlusconi

La strenua difesa, il quadrato serrato e la ferocia dei difensori di Berlusconi sono qualcosa di commovente per i nostalgici della vecchia Forza Italia, di irritante per i buonisti dell'attuale sinistra e di inspiegabile per molti (pochi, in percentuale) tra coloro che tentano di vedere la politica attraverso i propri occhi. 
Berlusconi è stato dato per morto diverse volte. Ogni volta che perde una battaglia, ogni sconfitta alle elezioni, ogni segno di cedimento, sono accompagnati da inviti a ritirarsi a vita privata in quella villa che è più grande del paese dove sono nato e cresciuto. 

Ma, puntualmente, Berlusconi non muore.

E' ancora lì, anche dopo una condanna definitiva, circondato da schiere di paladini senza macchia pronti a immolarsi per il loro leader. Mai si vide tanto attaccamento e tanta fedeltà. 
Per comprenderne le ragioni bisogna analizzare i punti di forza di B. ed il tipo di collante usato per tenere insieme la combriccola del centrodestra, da sempre debole in Italia, almeno fino alla sua discesa in campo. 

I suoi punti di forza sono:
- possiede gran parte dell'informazione;
- non è coerente, non ha idee politiche, non ha un programma;
- dice cose.

Del possesso dei mezzi di informazione si parla spesso e troppo, quindi non mi dilungo sugli effetti che ha nel rapporto tra B. e i suoi avversari politici; è invece importante considerare cosa significhi questo vantaggio per tutti gli alleati di B., cioè in che modo questo influisca all'interno del centrodestra e lo condizioni più di quanto faccia coi suoi avversari. 
Mi sono spesso imbattuto in blogger amatoriali incapaci di mettere due parole una dietro l'altra e di costruire un pensiero intorno ad un argomento; ho letto articoli davvero privi di senso, che si limitavano a riassumere una notizia e ad aggiungere infine un "è vergognoso!" come unico commento dell'autore. Poi controllavo le visite (spesso debitamente segnalate a tutti sul blog) e notavo che erano moltissime. Come era possibile? 
Semplicemente, questi blogger avevano canali pubblicitari buoni. Erano riusciti a raggiungere qualche gruppo su facebook, qualche pagina particolarmente numerosa, che li rilanciava ad un ampio pubblico, moltiplicando la visibilità del loro blog. 
Nulla di male, ci mancherebbe. Questo ha provocato un'ampia diffusione di quei blog insulsi, a prescindere dalla qualità dei contenuti. 
Se tali contenuti fossero stati invece divulgati non da una pagina con numerosi followers, ma addirittura da facebook stesso come annuncio pubblicitario stabile nella vostra home, avrebbero raggiunto tutti gli utenti, volenti o nolenti. 
Berlusconi sta funzionando esattamente come funzionerebbe facebook se decidesse di farvi leggere un contenuto (anche se pessimo) piuttosto che un altro (magari migliore). 
All'interno del centrodestra esistono forze politiche e persone che, senza Berlusconi, non guadagnerebbero neanche un seguace (per continuare sulla metafora social) se si limitassero a puntare sulla coerenza e qualità dei loro contenuti. Sono forze e persone prive di idee, prive di coerenza, prive di carisma, prive di senso, che sono riuscite a raggiungere il miglior megafono e a urlargli dentro qualche parola. Questo le ha rese famose e le ha messe in scena come attori politici principali, di quelli che appaiono in tv ogni sera e ci sembrano così importanti da irritarci o compiacerci con una frase. 
Gasparri ne è un esempio. 
Perduto Berlusconi, queste forze politiche e queste persone perderebbero totalmente la possibilità di apparire in tv. E se lo tradissero ora, avrebbero l'effetto contrario: tra i migliaia di giornalisti free-lance che fa a gara per ottenere un posto fisso nella Mediaset, si scatenerebbe la corsa allo scandalo e tutti i traditori verrebbero letteralmente messi in croce davanti al grande pubblico. 
Berlusconi non si può tradire, Berlusconi va difeso, perché se affonda, il centrodestra perde visibilità. 
Nessuno dei suoi collaboratori è capace di tenere banco in televisione, e si è visto nelle recenti elezioni quando il PDL era portato a poco più del 10% e, con il ritorno di B., ha più che raddoppiato i suoi consensi. 

C'è poi la questione dell'incoerenza, dell'assenza di idee, del non avere un programma. 
Berlusconi si è proposto come politico liberale e si è da sempre venduto con quella etichetta, ma nel contempo ha portato avanti battaglie del tutto contrarie al liberalismo; una delle tante può essere il redditometro, votato anche dal suo partito, oppure il modo di agire stesso del suo esecutivo, che ha portato sempre ad un incremento della spesa pubblica. Per un liberale sarebbero due cose totalmente assurde da fare. Come chiedere a Cristo di trasformare l'acqua in vino per mettere su un'azienda vinicola e produrre a costi nulli. 
L'assenza di idee, e quindi di coerenza con i princìpi liberali ai quali finge di ispirarsi, ha fatto di B. stesso un'idea. Berlusconi si è proposto come fonte di idee. L'unico principio che ispira il centrodestra è la parola di Berlusconi. 
E la sua abilità sta nell'essere riuscito a dare una forma alle idee principali che circolavano nel centrodestra prima della sua discesa in campo. E' riuscito a fare da collante tra l'indipendentismo della Lega e l'unitarismo di Alleanza Nazionale, due partiti che, per coerenza, si sarebbero trovati sempre su due fronti opposti, anche se entrambi si erano auto-collocati nella destra. 
Nessun partito si è sentito incoerente, quindi, quando ha deciso di unirsi alla coalizione di B.. Gli elettori di AN continuavano a sentire in tv, da B., le stesse cose che urlava Fini, e a loro stava bene, e stava bene a Fini che aveva appena moltiplicato la sua voce, i suoi elettori e i suoi soldi. 
Gli elettori della Lega continuavano a inseguire il sogno del federalismo e della Padania, e a loro stava bene che fosse B. a dire certe cose, purché si dicessero. E Berlusconi ogni tanto abbracciava Bossi, quindi era cosa buona e giusta che due uomini tanto onesti ed amici perseguissero gli stessi obiettivi. 
In tutto ciò, Berlusconi non ha mai giustificato un progetto politico attraverso la coerenza con le idee liberali; non ha mai spiegato il perché certe cose andassero bene ed altre invece no, nonostante fossero ispirate alle medesime radici ideologiche socialiste. Semplicemente ha adottato un po' di tutto da tutti e lo ha rilanciato a gran voce
Berlusconi è un'ideologia politica a sé stante. Questo lo rende insostituibile, perché nessun altro potrà ricostruire il processo mentale che sta dietro i suoi progetti, quindi nessun altro potrà prendere il suo posto.
Se fosse stato un vero liberale, chiunque avrebbe potuto sostituirlo, perché il liberalismo vero si costruisce sulla coerenza con pochi princìpi fondamentali. 
Se uno di tali princìpi dice "pacta sunt servanda", i patti vanno rispettati, il liberale lo interpreta alla lettera e non approverà mai una legge che dia allo Stato il potere di non rispettare un contratto con un cittadino in nome di un bene superiore. Berlusconi invece lo farà, aggiungendo a quel "pacta sunt servanda" un bel "sed", ma, e vi costruirà su una impalcatura di giustificazioni del tutto arbitrarie che infine porteranno allo stupro di un principio tanto nobile. 
Berlusconi è bravo a costruire i "sì, ma..."

Infine, semplicemente, Berlusconi dice cose
Non è sempre infallibile, ma parla sempre, di tutto e di tutti. Dice la prima cosa che gli passa per la testa e la ritratta un'ora dopo. Non gli importa di apparire incoerente, in fondo lui si basa sull'incoerenza. A lui importa parlare e farsi sentire sempre, così da non essere dimenticato dai suoi elettori. 
L'essere umano ha bisogno di sentire le cose che gli piacciono, e sente solo quelle.
Esempio tratto dalla vita di tutti i giorni.
Litigate con la vostra ragazza e lei vi urla che siete degli ipocriti e che ha sempre odiato quel nomignolo con cui la chiamate sentendovi romantici. Il giorno successivo fate pace e vi dice l'esatto contrario. E' impossibile dire dove sia la verità, ma voi accetterete l'una o l'altra versione a seconda di cosa vi piace di più. Se volete lasciarla, vi ricorderete dell'insulto; se volete restare con lei perché siete sfigati e non troverete nessun'altra, vi ricorderete solo dei complimenti del giorno successivo. E' una cosa che funziona benissimo. Nel giro di pochi mesi avrete dimenticato del tutto quello che avete deciso di rimuovere dalla mente. 
Berlusconi fa esattamente come la fidanzata: dice cose, una dietro l'altra, spesso contraddittorie, ma le dice. L'elettore abitudinario sente solo quello che gli fa piacere e gli sta bene. Spesso nemmeno si rende conto delle contraddizioni, perché B. ha imparato a mascherarle dietro stupidi slogan o con logiche collettiviste. 

Sono questi i motivi per cui il centrodestra non può abbandonare Berlusconi. Il centrodestra è costruito su Berlusconi: ha bisogno della sua informazione ad ampia portata, ha bisogno di lui come fonte del programma politico (altrimenti campato per aria), ha bisogno di lui per raggirare i cretini. 
Ecco perché sono tutti così tenaci nel difenderlo e nessuno lo sostituisce. Alfano non farà mai il "colpo di stato" per sostituire Berlusconi nel PDL, perché sa di non avere la sua stessa forza. La forza del PDL dipende dalla forza di Berlusconi, e soltanto dalla sua. 
Non è fedeltà, né semplice attaccamento al denaro. Berlusconi controlla pressoché ogni fase della propaganda politica e ha già dimostrato di potercela fare da solo (e di esserne consapevole) quando si lanciò da solo nel progetto del PDL. Quello fu un chiaro messaggio agli esponenti della sua ex coalizione: se ne avete il coraggio, restatevene da  soli. 
E loro non restarono da soli, lo seguirono, consapevoli che senza di lui sarebbero rimasti a parlare di tanto in tanto, al massimo, in qualche fine trasmissione di La7, insieme a D'Alema e Fassino. 

7 commenti:

  1. Complimenti per il blog la frase di Robespierre è talmente e tremendamente attuale...
    Per il commento in verità un pò lungo per come sono abituato io, purtroppo a non leggere... condivido in pieno ogni virgola... ma quando ce ne libereremo? E poi questa sinistra pasticciona, schiava di se stessa che non vuole avere coraggio del cambiamento e dell'essere pragmatica (per loro sarà sempre un tabù) e lo stato burocratico che fagocita tutto e tutti... a lui basta avere un pò di tempo a disposizione ed i suoi meccanismi ed i suoi uomini ci stritolano inesorabilmente!!
    Forse anche noi dovremmo subire una rivoluzione per ristabilire gli ordini tra i poteri dello stato?

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  2. Grazie per i complimenti, sono sempre molto graditi.
    Comunque la rivoluzione non è sempre è auspicabile, prima della rivoluzione bisogna preoccuparsi che chi andrà a colmare il vuoto di potere siano persone obbligate (dal popolo) a stabilire un certo ordinamento liberale e con i giusti paletti laddove il potere politico potrebbe espandersi troppo.

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  3. Come dice Paolo anche se lungo l'articolo lo condivido nella sua totalità.
    A mio avviso molto realistiche.
    Aggiungo i miei complimenti per la qualità con cui esprimi e spieghi le situazioni.
    della nostra società e quello che ci circonda.
    Ho sempre avuto un sogno per i nostri politici, istituire un senato del popolo per decidere per i nostri politici in due parole loro decidano per il popolo e il popolo decide per loro e ovviamente sempre e comunque al massimo 2 legislature.

    Complimenti ancora.

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  4. Ti ringrazio per aver lasciato un commento.
    Se le critiche negative sono la base su cui migliorarsi, gli elogi sono certamente lo sprone per continuare a dedicare tempo ad un modesto progetto personale.

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  5. Condivido questa disamina. Aggiungo che se Berlusconi è ancora al suo posto ciò avviene anche per la collaborazione dei suoi "accaniti oppositori". Il Partito Democratico come anche altri senza l'icona Berlusconiana dell'incoerenza e del "ghe pensi mi" sarebbe perduto perchè in quasi 20 anni non sono stati in grado di creare un'alternativa seria e programmatica all'interno del proprio movimento. Pertanto la figura del cavaliere è utile per coprire le proprie inadempienze e alimentare questa guerra di fazione in style "Guelfi vs Ghibellini" mettendo , volutamente, in secondo piano le vere priorità del nostro Paese: Lavoro, Istruzione. Io ormai non credo più a questo teatro di cui è rappresentazione la nostra politica perchè mentre in tv o sui giornali costoro litigano poi quando si tratta di compensi per le poltrone che occupano, patto di stabilità (M S E), fiscal compact ecc ecc...sono sempre stati tutti d'amore e d'accordo. E' una realtà dominata dall'economia in cui la classe dirigente non fa altro che obbedire a ciò che viene imposto da altri mentre noi poveri comuni mortali, illudendoci di vivere in democrazia, ci incazziamo per i nostri "Scilipoti". E' tutto un giochino per creare dei diversivi per l'opinione pubblica e non mettere in luce davvero le problematiche dei comuni mortali. Povera Italia e poveri noi!

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  6. Interessante analisi, ma secondo me manca di un elemento costituente essenziale per spiegare il successo del Cav (di cui, premetto, sono un estimatore). In pratica in Italia esiste da sempre una maggioranza (silenziosa) che e' piu' spostata a destra che a sinistra, nel senso di prediligere una forma di Governo piu' orientata al "laissez faire" che all'istruzione pedagogica di comportamento delle masse (sono concetti che ho preso da Rosina). Il Cav e' riuscito semplicemente nella magia (mai riuscita a nessuno prima e difficilmente eseguibile da qualcuno dopo) di "catalizzare" questa maggioranza e crearne una forza di Governo. Ovvio che le contraddizioni interne sono moltissime e su queste non mi dilungo. Pero' il successo (dal 1994 in poi) non si puo' negare.

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