mercoledì 7 agosto 2013

Il seme del totalitarismo

Lo studio della storia ci pone spesso davanti a domande alle quali non riusciamo a trovare risposta. Spesso la causa sta nel pessimo testo che stiamo studiando, altre volte la causa è il non voler ammettere che noi siamo tutti ciechi e ignavi. 
Quando si intraprendono gli studi sul periodo di fine ottocento e inizio novecento, viene naturale chiedersi cosa avessero in testa quei popoli che permisero l'affermarsi di regimi totalitari. Col senno di poi, infatti, ci riesce facile vedere l'ovvia oppressione esercitata dai comunisti sul popolo russo o dai fascisti sul popolo italiano. 

Eppure noi ci siamo in mezzo, stiamo assistendo dall'interno al formarsi di un bellissimo embrione di Stato totalitario, ma nessuno sembra rendersene conto appieno. 
Spesso se ne fa accenno per fare battute e ironizzare, ma nessuno ha davvero paura di ciò che avverrà tra dieci, quindici o venti anni, perché nessuno sa quali segnali cercare. Nessuno sa cosa sia uno Stato liberale, perché non ne hanno mai visto uno. Questo permette ai partiti politici di continuare a spendere il termine "liberale" come preferiscono, accostandolo a politiche fortemente socialiste e inconcludenti. 

Il segnale più evidente è la presunzione che questo governo "non s'ha da sfiduciare". Un tempo chiamavamo opposizione coloro che volevano far cadere un governo, ora si chiamano irresponsabili, e vengono messi alla pubblica gogna da quei maiali che invece vogliono continuare a succhiare all'enorme tetta della spesa pubblica, incuranti del resto del popolo. 
L'unica ragione d'esistere di questo governo sta nella paura che senza di esso la crisi peggiorerebbe, che sarebbe il caos, la barbarie e forse persino l'apocalisse. Strano a dirsi, quando è proprio questo governo, fatto dagli stessi partiti da decenni, ad averci portato in una situazione di povertà endemica e malfunzionamento, ove totale ove parziale, di ogni servizio pubblico, a fronte di un incremento sempre più alto delle tasse. 
Ma nessuno muove un dito. Nessuno si scandalizza. Molti neanche se ne rendono conto. 
Esiste ancora la convinzione che Enrico Letta possa migliorare le condizioni del Paese, messo in ginocchio proprio dalle leggi liberticide e vampiresche promulgate tanto dal suo partito, quanto da tutti gli altri che sono stati al governo. 
Esiste ancora quello spiraglio di fiducia ingiustificata che il risultato dell'equazione possa cambiare quando i parametri sono sempre gli stessi. I nostri guai sono nei partiti, nello Stato socialista che abbiamo e nell'ignoranza endemica della popolazione. Il governo non sta agendo su nessuno di questi parametri, perché nessuno dei tre parametri può autodistruggersi. 
Un'organizzazione criminale esiste per alimentarsi con il crimine, non potrà eliminarsi da sola in nome della giustizia, quindi i partiti non si elimineranno mai. 
Un'organizzazione criminale potentissima fondata sull'estorsione e sull'uso monopolistico e totale della forza armata non rivolgerà mai la pistola contro di essa, ed infatti lo Stato continua ad esistere. 
L'ignoranza non genera conoscenza. 
Per cui, come possiamo credere che i problemi si risolvano con il tempo per mezzo dell'azione di coloro che li hanno generati?
Certo, è venuto fuori il M5S, quelli che quando andranno al potere saranno i buoni, i giusti. Forse è stato un male che il M5S sia sceso in campo, perché ha fatto crescere le speranze che il problema verrà risolto dagli altri, da coloro che dove noi vediamo un problema, vedono un'opportunità, un bene. Cibo gratis. 

Ma abbandoniamo per un secondo il governo che non può cadere e diamo un'occhiata agli altri segnali. 

- Controllo totale della salute pubblica con assurdi divieti sul fumo giustificati soltanto da ragioni economiche ma spacciati per misure "a tutela della salute".
- Soppressione ed emarginazione totale del dissenso attraverso la demonizzazione di chiunque si scagli contro lo Stato mafioso e ne denunci i crimini, votata al mantenimento dello status quo e spacciata per misure "di responsabilità".
- La moneta appartiene allo Stato, che ne controlla ogni spostamento e la preleva a piacimento dalle tasche dei legittimi proprietari, senza alcuna necessità di consenso. 
- Morte della Legge come principio generale e astratto, sostituita da provvedimenti particolari sempre più invasivi; un sindaco può persino vietare a un libero cittadino di consumare un panino in strada o seduto su una panchina del parco, "in nome dell'interesse generale". 
- Controllo totale della maggior parte della stampa, tenuta in vita da finanziamenti pubblici e quindi schiava di chi emette questi finanziamenti: lo Stato in teoria, i partiti e le banche nella pratica. 
- Controllo totale delle candidature: i partiti sono l'unica strada per arrivare in parlamento o al governo e sono un potente filtro, che elimina ogni individuo che sappia cosa sia la libertà. 
- Controllo parziale dell'elettorato attraverso una spesa pubblica così ampia che vincola allo Stato più della metà degli elettori. In concreto, senza le spese folli attuali, metà della popolazione impoverirebbe. Metà della popolazione, quindi, non ha interesse nei tagli dello Stato, che infatti non vengono mai attuati. 
- Controllo totale dell'istruzione, attraverso un sistema scolastico privo di meritocrazia e popolato da professori ignoranti e totalmente incapaci di cogliere le tendenze dei bambini e di insegnare la verità. Fino a cinque anni fa a me insegnavano che le macchine stanno distruggendo i posti di lavoro e che le tasse sono cosa buona e giusta anche quando impoveriscono la popolazione. Roba da brividi. Ma gli effetti di questa istruzione si vedono: nessuno si rende conto di vivere in un totalitarismo. 
- Tutto è lecito nel nome del "bene della nazione". Evidentemente il bene della nazione è la povertà della metà dei suoi abitanti. 
- Terra promessa: tutto questo schifo, a chi lo nota, viene giustificato come "misure provvisorie ma necessarie per tornare a stare bene". 

Certo. 
Mi pare che gli ingredienti ci siano tutti. Qualcuno potrebbe ricordarmi che la nostra costituzione dice che l'Italia è una repubblica democratica, ma a me sembra che la costituzione non venga mai applicata, che sia più che altro una traccia dalla quale allontanarsi a piacimento. 

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