domenica 9 giugno 2013

La mia sul finanziamento pubblico ai partiti

Avevo promesso di scrivere le mie opinioni sul finanziamento pubblico ai partiti, quindi ho deciso di buttar giù due righe per parlarne. 
Credo che sappiate già che la mia posizione è di contrarietà, si intuirebbe dalla lettura di qualsiasi mio articolo, ma voglio almeno spiegare i motivi. 
Nella situazione attuale (che resterà tale fino all'approvazione del ddl truffa di cui ho già parlato), il finanziamento privato tanto temuto dai catto-comunisti esiste già
Nessuno vieta ai partiti di ricevere donazioni liberali da parte di privati, né di creare fondazioni partecipate da banche o da altre fondazioni per finanziarsi ulteriormente. Di modi per ricevere denaro dai privati ce ne sono quanti ne vogliamo. In più, a questi finanziamenti privati, si affianca la parte minore di finanziamenti che riceve il partito, che sono quelli pubblici. La somma totale annua che si dividono è di circa 200 mln di euro ed è una somma sicura che i partiti possono mettere in conto dal momento della presa del potere. I partiti più grandi ricevono intorno ai 35-45 mln di euro a testa, i più piccoli ovviamente di meno, ma sono briciole in confronto al denaro che ricevono da lobbies e privati ricconi. 
Con questo sistema i partiti più grandi hanno creato un vero e proprio apparato di Stato nello Stato, proprio come le mafie. In questo apparato c'è gente che lavora per il partito svolgendo funzioni varie di segreteria o di consiglieri di circoscrizioni o altri ruoli che io non conosco. Sono, comunque, veri e propri dipendenti del partito che campano di politica, con stipendi che gli vengono dal partito stesso. 
In questo modo il partito diventa una sorta di scrofa che allatta un numero indefinito di dipendenti, tutti con funzioni più o meno importanti, ma tutti con un interesse a mantenere viva quella scrofa, e quindi disposti a scendere ai compromessi più squallidi. Basta che se magna. 

Grazie ai finanziamenti pubblici, il partito/scrofa vive con una certa sicurezza di introiti e diventa per i privati un posto sicuro di corruzione, perché quel partito non potrà mai crollare dall'oggi al domani, e il privato che ha un'impresa che guadagna tanto lo sa. Perché il PD è ancora lì nonostante gli scossoni, mentre altri partitini si sono sciolti alla prima occasione? Ragione ed esperienza ci dicono che è più facile tenere compatto un gruppo di quattro amici piuttosto che un gruppo di mille sconosciuti. Eppure il PD resiste ancora, perché pieno di sconosciuti che sanno bene di trovarsi in un apparato che permetterà loro una scalata al potere, basta solo saperci fare e trovare la tetta più grossa alla quale attaccarsi. Intanto, però, è pieno di tette più piccole e tanto basta. 

Un sistema così ben costruito non crollerà facilmente, diventerà esso stesso una istituzione e farà, per così dire, concorrenza sleale a quei partiti di nuova formazione che,  non godendo ancora del finanziamento pubblico ma solo dell'appoggio di pochi privati che ci credono davvero, non riusciranno mai ad attrarre così tanti voti. 

Un esempio è FARE per fermare il declino che tramite donazioni private ha raccolto ad ora circa 2 milioni di euro ma, non potendo farsi una campagna elettorale come quella di PD o PDL, avrà certamente meno occasioni di mettersi in mostra e darsi credibilità. Dovrà anzi scegliere bene le sue battaglie, altrimenti esaurirà le poche risorse che ha raccolto. 
Essendo così ben radicati, i partiti più grossi controllano insieme anche la metà del PIL nazionale, e quindi attrarranno sempre voti di gente che è legata all'aumento della spesa pubblica. Ne parlavo già in uno dei miei articoli di punta
Capirete che a questo punto la "democrazia" è nelle mani di chi ha già vinto più volte ed è così ricco e potente da fermare sul nascere ogni altro partito. E' un po' come se voleste fare concorrenza alla Microsoft scrivendo un sistema operativo a casa vostra e tentando di convincere la gente che il vostro è meglio di quello di Bill Gates. Vi ridono in faccia. A meno che non siate dei geni, e a meno che non troviate un investitore che vi lanci sul mercato con una certa credibilità, resterete a casa vostra a scrivere altri codici inutili. 
L'investitore, nel caso dei partiti più grandi, è proprio lo Stato col suo finanziamento pubblico o rimborso, che poi sono la stessa cosa in sostanza, cambia solo il momento in cui si ricevono i soldi. 
Essendo questi dei soldi pubblici, e quindi di nessuno, i partiti e i pezzi grossi ne fanno un po' quello che gli pare, e conosciamo tutti infatti come vengono spesi. 

Ora immaginate di essere un ricco imprenditore e di dover finanziare un partito che vi torni utile alle prossime elezioni. Scoprite che Batman lì, Fiorito, come cavolo si chiama, spende cifre enormi dei vostri soldi per farsi banchetti in giro, nonostante abbia i suoi. Che fate? Continuate a sborsare denaro per finanziare il suo partito? Magari se il partito sta raggiungendo risultati lo fate anche, ma se il partito non sta facendo un cazzo, voi alle prossime elezioni non date più i soldi a Fiorito per fare i banchetti, perché non vi conviene
Il finanziamento privato quindi sarebbe sempre e comunque legato ai risultati del partito, alla sua capacità reale di fare qualcosa, e non al numero di voti che ha preso manipolando la spesa pubblica e a false spese politiche che in realtà sono banchetti. 
Questo ai partiti non piace perché crea concorrenza, e la concorrenza fa molta paura ai parassiti. 

A questo punto del discorso si pone un altro problema: le lobbies, e come gestirle. Perché, è chiaro, se un privato finanzia un partito e si aspetta risultati, il partito dovrà darglieli o crollerà, privo di fondi. Ed è chiaro che il privato si aspetta risultati a proprio vantaggio, mica a vantaggio mio o vostro. 
Questo è un altro discorso, di cui in parte ho già discusso qui. Il rimedio ci sarebbe, manca qualcuno a cui importi. 

Per come siamo messi ora, pubblico o privato che sia, non cambia niente. Sapevatelo. 

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