domenica 26 maggio 2013

L'effetto benefico dell'economia sommersa

In seguito al mio precedente articolo, è iniziata una discussione con un utente che ha cercato le cause dell'attuale merda economica in cui viviamo nel parassitismo degli evasori. 
Lungi da me dal mettere in dubbio la sua buona fede. Sembrava anzi un uomo onestissimo e dagli ottimi propositi, pronto a discutere senza scadere in slogan, ma purtroppo un po' a digiuno di macroeconomia. 
L'uomo sosteneva che l'evasione vada combattuta con forza e repressa, poiché l'evasore beneficia di servizi statali pagati da gente onesta tramite le tasse.
Ora, potremmo discutere in eterno della qualità e dell'esistenza stessa di questi servizi statali, che non ne usciremmo mai. Ognuno porterebbe a testimonianza la sua esperienza diretta più  o meno positiva. Io che vivo al sud e che mi sono visto sparire persino il sito internet della Ferrovia Alifana, avrò certamente una pessima opinione di tutto quanto sia gestito dal pubblico. Chi magari vive al nord e può usare i mezzi pubblici per viaggiare, mi dirà che io sono pazzo. Un punto per il federalismo, che vince sullo statalismo, e passiamo oltre col nostro discorso.

L'evasione si manifesta in miriadi di modi differenti, e non riguarda soltanto gli imprenditori ma anche lavoratori dipendenti. In Italia, in particolare, il fenomeno dell'evasione è così diffuso da aver dato vita ad una vera e propria economia sommersa, o parallela se vogliamo, o fantasma, che è pari al 35% del PIL nazionale, ovvero 530 miliardi di euro.
Tale economia è formata da:
- Le classiche attività produttive che non dichiarano il proprio reddito, o ne dichiarano una parte;
- Attività produttive che violano una o più norme statali riguardanti i prezzi dei prodotti, i beni da produrre, controlli sanitari, autorizzazioni, norme sui processi produttivi e tutto quanto vada ad influire sulle scelte dell'azienda;
- Attività produttive perfettamente in regola con quanto sopra, ma che sfruttano manodopera assunta con contratti irregolari o priva di contratti;
- Attività produttive esercitate da soggetti che beneficiano del welfare, ad esempio chi percepisce la disoccupazione ma, di nascosto dal fisco, fa l'idraulico a domicilio.

I giornali e i politici tendono a far coincidere molto spesso l'economia sommersa con la criminalità organizzata, demonizzando chiunque vi appartenga. E' una precisa scelta di propaganda e, ripetendola costantemente, hanno finito per inculcarla nella mente della gente che ora dispensa colpe tra camorra, mafia e lavoro nero come se fossero la stessa cosa. 
Ora mi direte: sì, ma sia la camorra sia il macellaio sotto casa violano delle leggi. 
Certo, ciò che li distingue è la loro funzione sociale o, se vogliamo dirla in altri termini, lo scopo della loro violazione. 
Non venite a dirmi che il macellaio che vi ha sempre rifornito di ottimi prodotti sia alla guisa di un camorrista solo perché nasconde al fisco parte del suo reddito che permette a lui di lavorare ancora, a voi di godere dei beni che vi fornisce. 

L'economia sommersa, è prima di tutto, occupazione. Laddove lo Stato crea miseria e disoccupazione, l'economia sommersa crea l'esatto opposto, permettendo a milioni di cittadini di poter continuare a vivere, a mantenere le famiglie e a consumare. 
Non credo che occorra un grande economista, a questo punto, per spiegare che tutta la ricchezza dispensata dall'economia sommersa, infine, finisce comunque per emergere e per arrivare persino allo Stato criminale. 
La commessa assunta senza contratto di lavoro percepisce uno stipendio che verrà poi speso in beni o servizi, tutti tassati opportunamente; ciò che l'imprenditore sottrae allo Stato in un primo momento, quindi, viene restituito in altro modo, dilazionato sottoforma di piccole spese da parte delle commesse. In più, quell'imprenditore avrà permesso ai suoi dipendenti di avere un tenore di vita decente, cosa che non avrebbe mai potuto garantire loro - né a se stesso -  se avesse rispettato la legge criminale. 

In periodi di grave crisi economica, in particolare, l'economia sommersa offre innumerevoli effetti benefici alla società. Offre innanzitutto posti di lavoro a chi li ha perduti o non potrà averli a causa dello Stato; offre l'opportunità a milioni di lavoratori di apprendere e di fare esperienza lavorativa; garantisce benessere a milioni di famiglie altrimenti in condizioni disagiate, allentando notevolmente la tensione sociale; immette nel mercato beni e servizi per un elevatissimo valore, permettendone così l'accesso a molti più consumatori. Sottrae milioni di disoccupati al welfare, alleggerendo anche la spesa pubblica.

Sì, nonostante le spiegazioni continua a sembrare tutto molto illecito. Questo è perché la legge è illecita. Quando il rispetto di una legge rischia di cagionare un grave ed ingiusto danno all'individuo, questi ha il diritto di ignorarla per sopravvivere. 
Non è anarchia, è il semplice esercizio del diritto di conservazione, o del diritto di libertà, o del diritto a condizioni di vita agiate. Del diritto alla vita stessa. 
Non avrebbe senso l'esistenza di tali diritti se non ci fossero le condizioni in cui essi vengano a mancare e, quindi, debbano essere esercitati. Nessuno di noi ha mai sentito parlare del diritto all'accesso all'aria, perché essa è ovunque sulla Terra e nessuno verrebbe mai messo in condizioni tali da non averne. 

Quando parlo di un valore pari a 530 miliardi di euro in beni e servizi, parlo di un valore tale da poter alimentare uno Stato di piccole dimensioni. Il sommerso è uno Stato nello Stato, quasi, e garantisce la vita di milioni di individui. Demonizzarlo significa non riconoscere il diritto a una vita dignitosa di chiunque lo sfrutti. Ogni volta che un politico parla con disprezzo del lavoro nero, sta insultando milioni di persone che hanno il solo obiettivo di vivere bene e che lo fanno senza pesare sulle spalle di nessuno, perché è già dimostrato che prima o poi quel denaro finirà comunque nelle tasche dello Stato. 

Viene quindi da sé che anziché combattere l'evasione come se fosse criminalità organizzata, bisognerebbe colpire le cause che spingono tanta gente ad operare di nascosto dal fisco. In poche parole, bisognerebbe eliminare la miseria permettendo alla gente di autodeterminarsi come meglio crede. L'assurdità dei pavimenti salariali, ad esempio, mi lascia sempre sconcertato: se in una realtà migliaia di lavoratori sono costretti a vendere la loro forza lavoro ad un salario inferiore a quello stabilito dalla legge, significa che la legge è stata scritta per una realtà differente, o per un mondo ideale. 
E' quindi più giusto che un lavoratore si offra di lavorare per un salario inferiore, oppure che quel lavoratore muoia di fame perché lo Stato ritiene criminale la sua assunzione?
In Germania esiste la categoria dei mini job, lavori defiscalizzati di poche ore e con reddito ridotto, da affiancare al lavoro a tempo pieno oppure da svolgere mentre si percepisce il reddito di disoccupazione. Sarebbe già un passo avanti iniziare a regolamentare anche queste realtà lavorative che, nel sommerso, esistono già da moltissimo tempo e non si fermeranno mai perché tra una vita dignitosa e il dare i soldi allo Stato, la gente sceglierà sempre la prima. 


4 commenti:

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  2. .
    Pienamente d'accordo.

    L' esistenza dell' evasione fiscale e' l'ennesima dimostrazione dell'incapacita' dello stato di pianificare con successo, e della sua natura criminale.

    Ma io vado anche oltre.... metto in discussione il diritto stesso di esigere tasse.
    Si dice che servono a ripagare servizi, ma io chiedo che senso economico possa avere il pagare - profumatamente - uno affinche' spenda i TUOI soldi per comprarti cose che spesso NON ti servono, pagandole a caro prezzo (appalti privilegiati e corruzione si aggiungono al prezzo reale) a chi sceglie lui (con che criterio?) e con la qualita' che decide lui.
    Chi di voi pagherebbe qualcuno affinche' gli procuri un paio di mutande?
    Nessuno... e se questo vale per un semplice paio di mutande, non dovrebbe essere ancor piu' vero per "quisquiglie" come la Previdenza, la Sanita', l'Istruzione.. ?
    L'esito e' una lievitazione degli sprechi e della spesa pubblica, perche' non v'e' dubbio che se il cittadino potesse spendere direttamente i suoi denari, lo farebbe in modo molto piu' accorto.
    L'idea che lo stato debba essere finanziato, avrebbe qualche senso solo per i servizi - pochi, molto pochi - che possono essere forniti SOLO dallo stato, e non dal privato, che rinuncerebbe per mancanza di un profitto.

    Aggiungo infine che l'evasore, in fondo, oltre a fare una scelta economica fa anche una scelta politica: si oppone al socialismo (redistribuzione dei redditi) nell'unico modo pacifico che l'individuo puo' esercitare, vista la latitanza della politica. Impedita l'evasione, restano le forche e altre rivolte molto meno pacifiche..
    .

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  3. Mi sto interrogando, nella maniera più onesta e sincera possibile, sulla ragione stessa dell'esistenza dello Stato in quanto entità.
    Lo chiedo, me lo chiedo, senza nessuna vena polemica, con il mero intento di capire quale sia il motivo per cui esiste lo Stato.
    Se qualcuno dei lettori è in grado di aiutarmi ne sarò grata.

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