giovedì 17 aprile 2014

La crociata dei fessi contro la libertà

Mi è capitato spesso di dover spiegare cosa sia la libertà e per quale motivo, secondo me, lo Stato non dovrebbe arrogarsi alcun diritto di censura né di proibizionismo sui beni. Il più delle volte, a tale liberismo si oppone una categoria di persone che proprio non ce la fa a vivere in un mondo in cui qualcun altro compra, legge, produce o fa cose che a loro non piacciono. Tali oppositori, tra i più ottusi di ogni teoria di stampo liberista, hanno la presunzione di voler costruire un mondo a loro immagine e somiglianza, dove in qualche modo chi si comporta diversamente viene fermato dalla longa manus dello Stato.

La motivazione degli amanti del proibizionismo è sempre la stessa: se liberalizziamo tale cosa, allora tutti la faranno.
La maggior parte delle volte, questa argomentazione viene opposta a chi chiede la liberalizzazione della droghe. Liberalizzando le droghe, tutti inizieranno a drogarsi. Liberalizzando la compravendita delle armi, tutti inizieranno a spararsi all'impazzata. Liberalizzando i matrimoni, tutti diventeranno gay all'improvviso e si sposeranno. E così via.

L'amante del proibizionismo, insomma, è preoccupato per il mondo in cui vive, ma in una forma tutta egoistica: a lui piace vivere in una società in cui esistono soltanto individui di cui condivide idee e stili di vita. L'individuo fuori dal coro è un abietto e un corrotto che va isolato e additato come esempio di perdizione. 

Purtroppo, l'amante del proibizionismo è anche un individuo particolarmente miope, e gli sfugge qualcosa di fondamentale nell'osservazione della realtà: è già pieno di cose che tutti sono liberi di fare, eppure non tutti fanno le stesse cose.
L'alcol, ad esempio, più volte bersaglio dei proibizionisti, è venduto liberamente, eppure non assistiamo ogni giorno a scene in cui orde di ubriaconi si aggirano per le città, terrorizzando gli abitanti onesti ed astemi. The Walking Dead, per il momento, lo vediamo solo su Fox o il primo del mese fuori dagli uffici postali.
Allo stesso modo, la libertà di comprare e vendere droga non produrrà branchi di fattoni che vanno in giro a regalare caramelle strane ai bambini o picchiare le vecchiette davanti alle Chiese. 
E lo stesso discorso si potrebbe fare per qualsiasi attività umana oggi sia oggetto di divieto da parte dello Stato e della maggioranza della popolazione. 

Il punto è che, quando si parla di libertà, bisogna comprendere che essa non è soltanto libertà di fare, ma anche libertà di non fare. 
La libertà è potenzialità di fare qualcosa senza incorrere in una sanzione o trovare ostacoli appositamente piazzati per dissuadermi. 
Il proibizionista non ci arriva, però. Secondo il proibizionista, ogni individuo tende sempre ai comportamenti più estremi possibili, ed è dunque compito dello Stato tenere a freno tanta bestialità tramite divieti e sanzioni. 

Esiste da sempre la libertà di fare alpinismo, ma dubito che la maggioranza degli italiani lo pratichi abitualmente. Eppure è uno sport particolarmente rischioso, che secondo i proibizionisti andrebbe vietato perché tutti lo praticano e si fanno male.
Ma così come l'alpinismo, potremmo prendere centinaia, migliaia di esempi simili. C'è persino la libertà di suicidarsi lanciandosi da un ponte, ma mi pare di capire che non c'è ancora un evento su facebook del tipo "suicidio collettivo a ritmo di Happy di Pharrel Williams". 

Il proibizionista, tuttavia, si preoccupa di queste cose e crede di poterle risolvere a colpi di leggi e divieti assurdi, al fine di costruire una società dove si possono fare poche cose, ma moralmente buone, sicure e ben regolamentate. Una specie di asilo nido dai 0 ai 99 anni, fondato su precetti cattocomunisti.
Quando il proibizionista cammina per strada, non si gode la giornata, non pensa a come divertirsi o come realizzarsi, ma cerca gli individui diversi da lui e ne disprezza ogni aspetto, chiedendosi come mai lo Stato permetta simili orrori. 

Ad aiutare l'ansioso proibizionista, se l'osservazione della realtà non dovesse bastare, potrebbe arrivare anche l'economia.
L'economia ci dice che, messo un bene X sul mercato ad un prezzo P, questo verrà venduto in una quantità Q. Dimezzando il prezzo (P/2), la quantità Q venduta del bene potrebbe aumentare, ma non necessariamente del doppio. Abbassando ancora il prezzo (facciamo gratis, vogliamo rovinarci) si potrebbe raggiungere tutti i potenziali acquirenti del bene X, e quindi soddisfare tutti coloro che hanno bisogno di quel bene. C'è però un limite. Una volta soddisfatti tutti i potenziali acquirenti di quel bene, sarà impossibile crearne di nuovi. Il fatto che il bene X sia gratuito, insomma, non lo rende desiderabile a tutti i consumatori del sistema aggregato, ma soltanto a chi possa trarne un'utilità in quel momento. Il resto dei consumatori sarà indifferente verso tale bene. 
Allo stesso modo, la libertà di compiere un'attività non produrrà immediatamente il desiderio di compierla in tutti coloro che vivono nello Stato preso in esame, ma semplicemente toccherà quegli individui (pochi o molti, non si sa) che in quel momento storico possono e vogliono trarne vantaggio.

Portando l'esempio su un piano più concreto, ci basterebbe dire che la messa sul mercato di calcolatrici scientifiche gratuite, non avrà come conseguenza che tutti avranno una calcolatrice scientifica e saranno degli esperti matematici. Avrà come conseguenza, invece, che chiunque ne desideri una, potrà averla, e chi non ne desiderava una ma è curioso, potrà provarla e magari scoprirsi matematico... o capire che il 4 sulla pagella era un regalo. 

Potrei scrivere ancora molto, ma mi fermo qui, perché credo che la brevità sia spesso più efficace di una profusione di esempi e teorie adatti ad una lettura meno occasionale e più pianificata. 
Il nòcciolo del discorso è che la battaglia contro la libertà conta individui estremamente preoccupati di vivere in una società che non li rispecchia, e questi individui sono estremamente deleteri, perché la loro isteria fa breccia nei cuori pavidi degli ignoranti, e quindi nella maggioranza.
La Chiesa Cattolica ci insegna che i matrimoni omosessuali produrrebbero una società piena di lesbiche che non sanno cucinare e gay che non sanno guidare, con bambini deviati che fanno giochi perversi a cinque anni. E' risaputo, tuttavia, che la percentuale di omosessuali non varierà certamente con un divieto di legge. L'omosessuale non ha scelto di esserlo in base alle leggi del suo Stato, ma per tutti altri motivi (connaturati o meno) che io sono il meno adatto a spiegare vista la mia ignoranza in materia. E' invece certo che coloro che finora si sono tenuti nell'ombra, potrebbero svelarsi e vivere la loro sessualità nel modo più libero e pieno possibile, come è loro diritto. Un simile scenario non danneggerà in alcun modo le finanze o l'autostima del proibizionista etero-cattolico-comunista, ma questi continua comunque a opporsi all'autodeterminazione altrui, perché non gli piace e la forza della maggioranza glielo consente. E' un bambino, insomma.

Chiunque combatta contro la libertà, è un bambino pavido, ignorante ed egoista, tutto qui. 

17 commenti:

  1. Non sapevo di essere cieco... Scherzo, ovviamente. Pur se "proibizionista a modo mio", sono per la piena democrazia, ma non credo di avere la presunzione di voler costruire un mondo a mia immagine e somiglianza... non mi piacerebbe per niente...

    Liberalizzare le armi: certo, sarebbe democratico, ma non sarei tanto contento di sapere che chiunque - anche chi non è un tantino sano di mente - potrebbe armarsi e scendere in strada. Oh, si, ci sono i certificati di "sana costituzione"... vabbé...

    Sulle droghe, come sull'alcool: ammetto che avrei un certo terrore ad attraversare un incrocio pensando che magari l'auto che mi sta venendo contro sia guidata da qualcuno che ne abbia appena fatto "uso legale"...

    Sui matrimoni gay: invece, nulla da eccepire, possono "unirsi" come e quando vogliono, soltanto, chiedo loro di utilizzare un'altra frase per questa unione, anziché: "Oggi Sposi"... è una cosa mia personale, chiedo troppo?

    Quello che voglio dire è che la tua libertà finisce laddove comincia la mia, e viceversa... il punto è: come metterci d'accordo!?...

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  2. Io ho toccato volutamente determinati punti "sensibili", perciò ho citato droghe, armi e matrimoni gay. Potrei benissimo rispondere così:
    Armi: tuttora è pieno di pazzi che hanno ottenuto il porto d'armi, e tuttora chiunque può comprare un'arma sul mercato nero, mentre noi persone oneste siamo disarmate e alla loro mercé.
    Droghe: così come si rischia che un ubriaco si mette al volante, allo stesso modo si rischia che ci si metta un drogato, e questo vale anche ora visto che qualunque quindicenne sa dove procurarsi della droga, figurarsi un adulto. La liberalizzazione ci metterebbe solo in condizione di poterla comprare in modo più sicuro presso farmacie o comunque centri appositi.
    Matrimoni gay: cambiando qualcosa nella formula, si è già fatta una discriminazione; e, pur volendolo fare, comunque non cambia nulla per noi etero che poi ci sposeremo o ci siamo già sposati. Non vengono a toglierci nessun privilegio, insomma.


    Sono comunque argomenti molto ampi, che meritano più di due o tre righe di trattazione. Per ora volevo limitarmi a qualche esempio, ma chissà, magari scriverò su tutti e tre più ampiamente.
    Confesso che anche io, delle volte, ho dei dubbi riguardo armi e droghe, ma poi mi rendo conto che il proibizionismo in tal senso ha fallito alla grande, quindi mi arrendo...

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  3. Chiaramente, nessuno si arroga il monopolio della "verità", né si intende "forzare" gli altri ad avere un diverso comportamento che non sia dettato dal proprio principio di intendere la vita. Ci sono però dei "paletti" che bisogna ci siano affinché si possa convivere in pace tutti insieme nella società. Bisognerebbe solo trovare un punto di incontro su "dove si vuole arrivare" tutti insieme.

    Sul matrimonio gay rimango sulle mie. Non si tratta di vedere tolto un privilegio o altre utilità materiali. Credo sia invece un certo tipo di "educazione morale" di cui coscientemente ancora oggi credo sia opportuno si possieda per avere la mia stima... se la si vuole, eh!? :-)

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  4. Il proibizionista? E il contrario di proibizionista, come si chiama, ossia il suo opposto estremo?

    Di una cosa sono sicuro: finchè una persona non fa del male alle altre può fare quel ca**o che le pare. L'esempio dell'alpinismo mi è molto chiaro. Che senso ha preoccuparsi di quel che farà un essere nel suo piccolo?

    Quel che non mi torna è la legalizzazione delle droghe. Forse il proibizionista si preoccupa delle conseguenze e di come queste si ripercuoterebbero sul mondo circostante.

    Poi, molte teorie interessanti affermano che al contrario se certe leggi vengono messe in vigore: ad esempio l'omicidio, la gente inizierebbe ad ammazzare di meno. Perchè? Beh, è semplice: perchè avrebbero paura di ammazzare e poi di essere ammazzati!

    Di estremisti difensori della cosidetta libertà però ce ne sono abbastanza. Libertà che spesso non fa altro che creare un'illusione secondo cui tutti sono liberi, indipendenti... libertà che spesso risulta nociva, stupida e infantile. Anche questo può essere chiamato bambino, che cerca di ribellarsi e trovare qualcosa che gli viene impedito dai genitori: andare sotto una macchina, camminare sul davanzale, mangiarsi delle pillole.

    Ma siamo sicuri che sappiamo cosa vuol dire "libertà"?

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  5. L'opposto estremo del proibizionista, credo, può prendere vari nomi... libertario, liberista, persino libertino, a seconda dell'ambito.

    Per il resto, forse la libertà è una di quelle concezioni dell'uomo delle quali non si può dire esattamente cosa sia, ma si riesce a comprendere quasi sempre cosa NON sia. E, per me, libertà non sarà mai l'imposizione delle regole di una maggioranza su una minoranza.
    Finché esisterà un solo uomo i cui diritti saranno inferiori a quelli altrui, non potremo parlare di diritti fondamentali dell'uomo, ma solo di privilegi della maggioranza che schiaccia la minoranza.

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  6. Io credo che gli esseri umani difficilmente riusciranno ad arrivare ad un accordo. La libertà totale non esisterà mai. Ci sarà sempre qualcuno insodisfatto della propria situazione.

    Per il fatto che la maggioranza vinca sulla minoranza, dobbiamo ringraziare la cosidetta "democrazia" che da così tanto tempo cercavamo di raggiungere.

    Personalmente come soluzione vedo solo poter migrare su un'isola e costruire là una propria società... ma è chiaramente un'utopia. Al massimo se avessi la possibilità ci andrei con la mia famiglia, vivrei in mezzo alla natura, senza avere intorno gente che mi rompe i coglioni.

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  7. Libertà vuol dire possibilità di scelta.

    L'esempio dell'omicidio è particolarmente interessante. Se io sono libero perché posso scegliere se qualcuno mi uccide smetto di essere libero perché non posso più scegliere nulla.

    Se lo stato proibisce gli omicidi ciò riduce la possibilità che qualcuno mi uccida, per esempio per prendermi i soldi, per impedirmi di fargli concorrenza, perché stiamo andando dietro la stessa donna ecc ecc, quindi lo stato togliendo la libertà di uccidere e perseguendo gli omicidi da una maggiore probabilità ad ognuno di poter liberamente scegliere in ogni altro ambito.

    Infatti non ha senso parlare di libertà dalle leggi perché solo la dove ci sono delle leggi, regole, che impongono un minimo di rispetto reciproco per la libertà altrui si può essere liberi di scegliere senza il timore della coercizione operata da altri individui.

    Il proibizionista vuole proibire comportamenti che non necessariamente sono violenti, cioè che violano la volontà di altri, ma che potrebbero a suo dire essere nocivi per la società.

    Riguardo alla droga in Olanda dove le droghe leggere sono legali il numero di morti per overdose e il più basso del mondo occidentale e il numero dei tossico dipendenti e tra i più bassi mentre il numero di coloro che utilizzano droghe leggere non è particolarmente alto.

    http://www.ecn.org/hemp/Legislazione/Fenomeno.htm


    Come vedi molto spesso lasciare le persone libere di sbrigarsela da soli è il modo migliore perché questi si prendano cura di se stessi.

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  8. Sull'omicidio c'è anche da dire che esso è una di quelle consuetudini selezionate naturalmente dall'uomo in ogni società come comportamento scorretto. Una legge che lo proibisca andrebbe quindi soltanto a positivizzare un comportamento già ritenuto errato da ogni società naturale. (Eccettuando i casi in cui ideologie distorte lo legittimano)
    L'esempio di legalizzare l'omicidio è estremo, probabilmente funzionerebbe anche bene (chi può dirlo), ma quanti di noi vorrebbero davvero rischiare di essere uccisi da qualche ricco imprenditore al quale si è fatto un torto e che può garantirsi protezione con delle guardie giurate?

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  9. "Se lo stato proibisce gli omicidi ciò riduce la possibilità che qualcuno
    mi uccida..."

    Lo stato può proibire quel che vuole, ma gli omicidi, come gli stupri e come qualunque altro tipo di reato ci sarà sempre!

    "Riguardo alla droga in Olanda dove le droghe leggere sono legali il numero di morti per overdose e il più basso..."


    L'Olanda è piccola :D

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  10. No gli omicidi aumenterebbero perché si tornerebbe alle faide.

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  11. Si parla di numero di morti per overdose in proporzione alla popolazione.


    Si una proibizione statale non fa sparire un fenomeno ma lo può rendere molto meno frequente. In società primitive in cui non esiste uno stato ne un potere giudiziari capace di imporre delle sentenze il tasso di omicidio è enormemente superiore al nostro, quindi anche se lo stato non fa sparire gli omicidi almeno li riduce e piuttosto io scelgo piuttosto.

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  12. Se la popolazione è maggiore, c'è più probabilità che si verifichi un certo numero di eventi. Ma se è come dici, allora legalizziamo pure la prostituzione, così ci sarà meno sfruttamento.



    Certe cose (non l'omicidio ^_^) comunque, invece che proibirle, è meglio educare le persone dall'infanzia e insegnare il buonsenso. Poi, se c'è quello, di molte leggi non ci sarà mai bisogno: spreco di carta inutile!

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  13. Mi fate venire voglia di fare uno studio per comparare percentuale di drogati e legislazioni sulla droga nei maggiori paesi del mondo.
    E magari, aggiungendoci ulteriori mutatori, si potrebbe ottenere pure un'equazione. Appena trovo quel mio amico matematico, mi sa che glielo do io un lavoro non retribuito.

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  14. No scusa ma in proporzione alla popolazione l'Olanda ha un numero di morti per overdose inferiore al Belgio che pure ha una popolazione minore.


    Per la prostituzione in Italia è legale praticarla ed essere clienti ma è proibito favorirla anche solo affittando un appartamento. Ma se andiamo a vedere la dove è legale è più difficile che vi siano casi di schiave del sesso costrette a prostituirsi coercitivamente.


    Per l'educazione mi trovi perfettamente d'accordo ma di solito l'educazione al buon senso è difficile che sia compatibile con una mentalità proibizionista che di solito è una mentalità isterica e irrazionale.

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  15. Una mentalità troppo libertina, anche quella può sembrare isterica e irrazionale.



    D'accordo sulle statistiche, ma non mi fido più di tanto. Ci sono centinaia se non migliaia di fattori che possono cambiare cose, e non basta guardare solo: causa->effetto per capire come stanno davvero le cose. Non basta farsi guidare dai numeri per comprendere come vanno le cose, bisogna studiare i fatti fino in fondo.


    La prostituzione in Italia è legale, non è legale frequentare prostitute in quanto è considerato reato=favorire la prostituzione. Prova a farti un giro nelle zone calde e vedere come i clienti delle prostitute vengono multati e le prostitute lasciate andare.

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