Mi è capitato lo scorso 25 aprile di dover parlare di storia con più persone differenti, come spesso accade durante questo genere di festività. La cosa che più mi ha sorpreso e che accomuna molti storici della domenica è stata la totale mancanza di senso storico, la totale incapacità di comprendere le cause degli eventi storici.
C'è ancora gente che crede che la storia sia come una bella leggenda sui draghi da raccontare ai figli per farli addormentare; gente convinta che capi di stato, re, nobili e ricconi agiscano in modo irrazionale e senza considerare minimamente il rapporto costi/benefici di ogni azione.
Per dirne una, è da sciocchi credere che le crociate siano state un fenomeno di grande ispirazione religiosa. Le crociate sono state la più grande razzia dell'europa medievale, nonché la dimostrazione che un'europa frammentata poteva essere unita dalla Chiesa, una sorta di prova generale di quanto accaduto negli anni successivi. La Chiesa, promotrice delle crociate, non aveva alcun interesse a conquistare il sepolcro di Gesù Cristo, che era soltanto una grotta dispersa chissà dove. L'unico interesse della Chiesa era quello di imporre la sua egemonia sull'europa, di dimostrare di essere l'unica forza catalizzatrice di tutti quei regni formatisi sul cadavere dell'impero romano. Gli unici interessi della nobiltà che prese parte alle crociate, invece, erano le terre. Ognuno di quei nobili era consapevole che il successo dell'impresa avrebbe garantito loro appezzamenti in Terrasanta, e questo era sufficiente a fargli considerare che i costi di un'armatura, del viaggio e dei cavalli erano nettamente inferiori ai benefici che avrebbero ricavato dai saccheggi e, successivamente, dalla spartizione delle terre.
L'europa medievale era molto affollata da nobili secondogeniti e terzogeniti che non sapevano come arricchirsi e scavalcare i primogeniti, eredi di tutte le ricchezze dei padri. Le Crociate furono il modo di riscattarsi e di arricchirsi e nessuno voleva lasciarsi sfuggire questa occasione.
Siete davvero convinti che un uomo ricco, che sapeva di poter vivere agiatamente con la sua famiglia e di potersi garantire il paradiso con una bella offerta alla cattedrale, avrebbe preso le armi e sarebbe andato a morire in un posto arso dal sole e dalle malattie solo per fede?
Beh, siete fuori di testa.
Nessuno agisce quando i costi sono superiori ai benefici. Abbandonare tutto per poter uccidere qualche musulmano e mondare la propria "fedina penale spirituale" non è affatto un beneficio sufficiente per giustificare le ingenti spese dell'armamento e del viaggio. Quella era gente abituata a fare calcoli. Il Paladino c'è solo in Dungeons & Dragons.
Ragazzi, parliamo di persone che erano esattamente come noi nell'animo e nel modo di pensare. Se qualcuno vi chiedesse di armarvi e andare a combattere contro i musulmani in Terrasanta, voi ci andreste? Penso che i più si farebbero una risata e poi andrebbero a farsi una birra, ignorando l'offerta.
Ma se iniziasse a circolare la voce che in Terrasanta ci sono grandi ricchezze, che saranno tutte vostre se riusciste a conquistarle, che tutta europa si sta mobilitando, allora molti si metterebbero in viaggio, soprattutto coi tempi che corrono e con la grande disoccupazione che c'è. Quello della fede sarebbe solo un salvacondotto, una giustificazione per i crimini che lì andreste a commettere, perché le Crociate non erano altro che una razzia.
Come per le crociate, qualsiasi altro evento storico, le guerre soprattutto, hanno sempre un movente economico. Se siete convinti che la storia sia stata fatta da idealisti e da eroi, siete fuori strada e non avete mai letto un libro di storia.
Le più grandi guerre sono scoppiate sempre per motivi economici. Quegli stessi motivi che oggi ci fanno odiare la Germania, ieri ci avrebbero portati a dichiarare guerra. Ma la guerra si è fatta troppo costosa e l'opinione pubblica la odia, quindi sono nate le organizzazioni internazionali con lo scopo di risolvere questi problemi in modo diplomatico e più congeniale a detenere il potere.
Mi spiace che debba essere io a dirlo, ma è così. La storia è cinica ed è fatta da bastardi calcolatori.
Se provaste ad andare da un capo di governo e a chiedergli di conquistare un mucchio di sabbia perché 2000 anni fa lì ci è morto qualcuno che vi piace, quell'uomo vi farebbe rinchiudere in manicomio perché è un uomo abituato a valutare i costi e i benefici di ogni azione. Ma se gli dite che sotto quella sabbia c'è un ricco giacimento di petrolio, all'improvviso quell'uomo sarà interessato all'impresa e, perché no, la potrebbe addolcire col fatto che anche lui vuole bene a quell'uomo morto lì 2000 anni fa.
Capite dove voglio andare a parare? I valori di libertà, fede, giustizia, sono di per sé encomiabili e degni di rispetto, ma non sono sufficienti a mobilitare grandi masse né a convincere un capo a mettersi in gioco per perseguirli.
Quindi il modo migliore di leggere un evento storico è sempre quello di porsi la domanda: qual è stato il movente economico che ha spinto a questa azione? Chi e cosa ci guadagna?
La Resistenza italiana che tanto viene romanzata in questi giorni non fu altro che un evento come tutti gli altri, e fu mossa da tutt'altro che dal semplice amore per la libertà, come si vuole far credere. Al grido di "libertà, libertà" non si è mai mosso nessun popolo e non si sarebbe certo mosso un popolo già martoriato da anni di guerra.
Se la Resistenza è stata possibile lo dobbiamo innanzitutto a URSS, UK e USA che l'hanno finanziata largamente, ognuno per i propri scopi. Il partigiano comune non ne aveva idea forse, ma i capi erano ben consapevoli che se potevano disporre di armi, esplosivi, viveri e un minimo di addestramento, era grazie ai servizi segreti dei due blocchi. E se questi capi si arrischiavano a fare attentati privi di qualsiasi utilità strategica per la guerra, era perché erano consapevoli che alla fine di tutto si sarebbero trovati in una posizione di forza, con bande armate sotto il loro controllo. Sarebbero stati, insomma, i nuovi capi, come infatti accadeva nei Paesi dell'est europa dove i capi della resistenza diventavano i nuovi generali, tutti fedelissimi all'URSS ovviamente.
La storia della liberazione, per favore, lasciatela per i bambini prima di dormire, perché è pura leggenda farcita di retorica. L'Italia era un Paese finito, uccidere due tedeschi al giorno non ci avrebbe mai liberati. Sono stati gli americani a far ritirare i tedeschi e se lo hanno fatto è stato solo per poterci trasformare in una loro colonia economica, come infatti avvenne nel dopoguerra. La guerra (il costo) per ottenere un beneficio (un partner economico al quale rivendere pressoché TUTTO per decenni). Tutto fila, se letto in questo modo.
Ora ragioniamo per assurdo e poniamo che il paradigma costo/beneficio non esista.
Un giorno migliaia di uomini si alzano e decidono di fare la resistenza. Ok. I fucili li avevano già dati alle camicie nere, il cellulare non c'era, internet neanche. Chi fa il capo? Chi è il primo a parlare? Chi decide dove radunarsi, cosa fare, come farlo? Che ne sai che il tuo vicino ha avuto la tua stessa idea? Come sai che nella regione confinante altri uomini stanno pensando la stessa cosa? Il problema organizzativo iniziale mi sembra molto complesso per essere lasciato alla sola azione individuale di ognuno.
Ma poniamo che riescano a organizzarsi da soli (nella realtà sono stati contattati da agenti, ma noi fingiamo che sia come ce l'hanno raccontata). Si organizzano e creano un bel gruppo, e fingiamo che ognuno avesse anche fucile e cartucce in casa.
Hanno abbandonato le case, le famiglie, messo a rischio i pochi beni che gli restano. Lo scopo? La libertà, è chiaro. Non sanno se gli altri la vogliono, non sanno neanche come se la passano nel resto del Paese, non sanno dove siano appostati i tedeschi, ma queste persone sono così altruiste da essersi messe in gioco ugualmente. Il beneficio è totalmente assente, perché non c'è alcun modo per guadagnare qualcosa con la guerriglia, né si può fare propaganda. Insomma, stanno per morire aggratis e nessuno lo sa.
Ma loro lo fanno, perché credono nella libertà.
E' così che ci è stata raccontata la storia, no? All'improvviso un popolo di vigliacchi (ricordo che gli italiani erano famosi nel mondo per le grandi rese di massa) si trasforma in un popolo di eroi.
Io due domande me le farei, ma i più non sanno come si legge la storia e si bevono la favoletta dei partigiani tutti santi che hanno preso le armi per la libertà.
Ovviamente ormai è un luogo comune così radicato e diffuso, così bello e politically correct, che smontarlo significa attirarsi l'odio di tutti ed essere fascista. Quindi continuate a credere alla storia della Resistenza, continuate a credere alle Crociate in nome della fede, continuate a credere negli americani che hanno salvato l'europa per puro amore per la democrazia, ma non raccontatelo troppo in giro perché prima o poi arriva qualcuno che mette sul piatto della bilancia costi e benefici, e potreste scoprire che nella vostra interpretazione perbenista il piatto dei costi è fin troppo pesante, e qualcosa non torna.